DIAMANTI: APPROCCI
AL RISCHIO
Nell’orizzonte finanziario di ogni
investitore possono essere presenti varie tipologie di rischio che, in
moltissimi casi, producono impatti spesso molto negativi sui tipici strumenti del
risparmio gestito dove la negatività dell’impatto si misura in proporzione alla
conoscenza che di questi rischi si ha, nel senso che quanto più lo si conosce
più controllo si ha del rischio. Ma l’investitore medio non ha tempo di
studiare finanza, non ha spesso desiderio di approfondire l’argomento e spesso
non ne ha nemmeno le competenze. Il
diamante da investimento, se correttamente inteso, è un’operazione economico –
finanziaria che si apre e si chiude e che utilizza come base il bene rifugio
per eccellenza, il diamante certificato. E’ quindi adatto a tutti coloro che,
sebbene informati, non hanno quello che viene chiamato il “QI finanziario”
(Kiyosaki), per cui si avvicinano al mondo degli investimenti senza conoscenze
né esperienze, non distinguendo il contenuto dal contesto e pensando in fondo
che denaro e valore siano la stessa cosa.
La percentuale di rischio che grava su un portafoglio finanziario c’è sempre; un portafoglio
di solito è composto da diverse tipologie di asset class il cui controvalore
complessivo è correlato positivamente al verificarsi di eventi di portata
macroeconomica e geopolitica, come ad esempio una crisi di
governo o una comunicazione della Federal Reserve o della Banca d’Italia sul
rialzo dei tassi di interesse. La percentuale di rischio insita in un
portafoglio normale è sempre tale da stravolgere in maniera significativa la sua stabilità
e ciò di cui dovrebbe preoccuparsi l’investitore è la cosiddetta “resilienza”
del suo portafoglio, cioè la sua capacità di resistere e di riequilibrare
situazioni di perdita o di assestamento dei mercati finanziari.
Il rischio di
scenario
Il rischio di scenario, cioè la
comprensione di come i prossimi appuntamenti di portata politica a livello mondiale
potranno produrre cambiamenti nei mercati finanziari, è diventato in questi
ultimi anni la prima preoccupazione per gli investitori istituzionali, e di
riflesso dovrebbe preoccupare anche l’investitore medio, se solo sapesse di
cosa si tratta.
USA ed Europa
Per gli USA il successo di Trump e qui
in Italia la bocciatura del referendum costituzionale spingono le politiche mondiali a lavorare
per preservare la situazione di questi paesi economicamente importanti
i quali potrebbero dare avvio ad un cambio di rotta epocale sul versante
occidentale, anche perché l’Europa non può esistere senza un
allineamento di visione politica tra Italia, Francia e Germania.
Si sia d’accordo oppure no, Trump è un punto
interrogativo per la politica estera degli USA per i prossimi cinque anni visto
che è filorusso ed
è pronto ad ostacolare l’emersione economica dell’Asia e soprattutto della
Cina. In Italia la vittoria del NO ha dato inizio ad una crisi di governo ed è molto plausibile aspettarsi,
nonostante gli sforzi e le riserve di Gentiloni, un nuovo commissariamento del paese perché
non ci si può permettere di andare al voto durante il primo semestre 2017.
Brexit
Dopo la Brexit il rischio di scenario è
più che mai visibile; in Francia lo spostamento verso destra è più che certo. Aspettiamo anche la Germania a settembre, ma quanto accaduto alle
recenti elezioni nel Land di Mecklenburg ci fa dire che la
carriera politica di Angela Merkel sembra finita. In Germania
oggi si stima che il secondo partito per consenso è Alternative Fur Deutschland,
una nuova formazione politica di destra liberale, nata qualche anno fa, contraria alle frontiere aperte e a Bruxelles, oltre che all’euro in generale.
Il fronte
finanziario e il piccolo risparmiatore
Per la finanza il 2017 sarà difficile; l’intervento
delle banche centrali, a causa di un esaurimento degli strumenti
monetari disponibili, sarà forse inutile e le
recenti vendite di quasi tutto l’obbligazionario governativo è un segnale perché sono
considerati strumenti di debito troppo influenzabili dai livelli dei tassi di
oggi e troppo legati in termini di sostenibilità e vulnerabilità alla coesione economica e politica
dell’Europa ed
alla politica monetaria della FED negli USA;
cioè? non c’è più un soldo per nessuno.
Che fare?
Ma allora il risparmiatore medio, cioè
quel signore o quella signora che hanno lavorato una vita per mettere insieme
in banca quei 30/50 mila euro che vorrebbero lasciare ai propri figli, quel
signore che ha risparmiato una vita per riuscire a crearsi uno zoccolo duro di
denari e che è stato così attento da non darli in pasto all’azionariato
bancario, quella signora che vuole pagare gli studi dei figli e stare
tranquilla in pensione sapendo che il suo denaro non perde di valore, che cosa
deve fare?
Questa è tutta gente che quando vede in
TV l’inserto finanziario cambia canale e chiede all’amico cosa fa lui, oppure
si getta nelle grinfie spesso poco simpatiche dei vari consulenti che ti
collocano ciò che fa maggior reddito a loro (non tutti, ovviamente). Un esempio?
Solo prendendo un BTP italiano con tasso al 4.5% ed una scadenza al 2024 è
possibile notare un sensibile deterioramento della quotazione e del trend che sino a qualche
settimana fa sosteneva le quotazioni, passando per questo da un 127 punti di inizio
settembre a un 123 punti odierno, quindi con una contrazione decisamente
notevole di oltre 3% in appena poche settimane.
Il
diamante può fare qualcosa?
Il diamante più o meno si livella
su questi ordini di percentuali annue, ma ha qualche cosa in più: non perde di
valore. Il denaro passa di mano, è alla fine una specie di partita di
giro, mentre il valore rimane e, cosa ben più importante, va mantenuto e, se
possibile, aumentato. Se può difendere il capitale dall’inflazione e dalle
svalutazioni ed è proposto in modo semplice e chiaro, comperare
diamanti significa disporre del proprio denaro
per assicurarsi un valore per il futuro e non affidarsi a beni che sono tali
solo “sulla carta”, e che, insieme a mille avvertenze spesso illeggibili, ti
dicono che hai cose che invece alla fine uno non ha.
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