Il Diamante si quota su listini ufficiali pubblicati i
quali, pur venendo emessi da aziende distributrici private (ma è lo stesso
anche per quelli all’ingrosso: Rapaport ad esempio è a capo di una
multinazionale del diamante) di fatto esprimono un prezzo che sconta – cioè
comprende in sé – tutti i costi e gli oneri relativi all’immissione sul mercato
del bene.
Per il Diamante, inoltre, non c’è un modello finanziario;
applicare quindi un ragionamento di tipo finanziario al diamante così come lo
conosciamo in Italia è improprio perché non sono ad esso applicabili concetti
finanziari come rendimento, cedola, interesse e tutte quelle cose che
appartengono per legge ai prodotti finanziari, cosa che il Diamante non è. E’
inoltre dimostrato dalle serie storiche che un diamante conservato per il lungo
periodo esprime un incremento ben superiore a quelli espressi da qualsiasi
altra classe di investimento e le sue performances
sono giustificate anche perché viene scambiato in dollari americani, motivo per
cui c’è una correlazione inversa tra dollaro e materie prime, nel senso che
quando il primo è forte, la materia prima scende di prezzo e viceversa, per cui
chi investe con conoscenza perde raramente il valore del suo denaro. I diamanti
conservati per periodi inferiori a 5 anni esprimono incrementi inferiori ma
comunque molto al di sopra di prodotti di simile durata.
Per fare
degli esempi basati sulle analisi dei
prezzi Rapaport dal 1992 al 2017 del Centro Studi IDD e scontando il
cambio euro/dollaro nello stesso periodo:
· i Diamanti da ct 0,50, considerati sulle principali
classi di purezza e colore hanno avuto un rendimento nel periodo del 37,38% che
significa un 6,23% all’anno
· i Diamanti da ct 1,00 considerati sulle principali
classi di purezza e colore hanno avuto un rendimento nel periodo del 38,93% che
significa un 6,48% all’anno
· i Diamanti da ct 3,00, considerati sulle principali
classi di purezza e colore hanno avuto un rendimento nel periodo del 76,38% che
significa un 12,73% all’anno.
Se invece prendiamo un periodo più breve, cioè gli anni
compresi tra il 2011 al 2015, periodo in cui la crisi economica in Occidente ha
vissuto la sua fase più acuta, vediamo che:
· i diamanti
da ct 0,50, di purezza IF e colori da D a H hanno avuto un
rendimento nel periodo del 13,74% che dà una media dell’2,74% all’anno;
· i diamanti
da ct 0,50, di purezza VVS1 a SI1 e colori D hanno avuto un
rendimento nel periodo del 21,11% che dà una media dell’4,22% all’anno
· i diamanti
da ct 1,00, di purezza IF e colori da D a H hanno avuto un
rendimento nel periodo del 9,17% che dà una media dell’1,83% all’anno
· i diamanti
da ct 1,00, di purezza VVS1 a SI1 e colore D hanno avuto un
rendimento nel periodo del 19,26% che dà una media dell’3,85% all’anno.
L’esame del grafico qui sotto, redatto sulla base dei
dati forniti da Rapaport e quindi pubblici, conferma la stabilità delle quotazioni
e evidenzia il positivo andamento storico del Diamante da Investimento (Ct 0,50
in comparazione con quello di altre classi di investimento e l’inflazione). Il
periodo è compreso tra il 2003 e il 2016.
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