lunedì 9 aprile 2018

Benefici della diversificazione dell'investimento in diamanti: istanze della letteratura finanziaria internazionale


Due report di Bloomberg del 20153 dicono che "La diversificazione nei diamanti aiuta ad aumentare i rendimenti per lo stesso livello di rischio".
Ma Bloomberg lo confermava ancora nel 2004.4
Low, Yao e Faff nel 20155 hanno scoperto che i diamanti hanno fornito prestazioni soddisfacenti quando i mercati sono stati molto volatili e che quindi dovrebbero essere inclusi in un portafoglio per il loro potenziale ruolo di copertura.
Renneboog e Spaenjers nel 20126, riferendosi al periodo 2003-2010 hanno rilevato rendimenti annuali reali del 10% per i diamanti incolori, il 5.5% per i diamanti di colore o Fancy color e il 6.8% per le altre gemme, ad esempio i tagli fantasia. Questi autori hanno anche evidenziato che i rendimenti dei diamanti incolori e colorati hanno superato quelli espressi dal mercato azionario in quel periodo di tempo. 
Auer e Schuhmacher7 nel 2013 hanno concluso che i diamanti sono comunque una copertura buona in alcune condizioni di mercato, avendo vicino a zero le correlazioni con le altre classi di asset tradizionali. Auer e Schuhmacher hanno poi proseguito confrontando le prestazioni di due asset diversificati regolati dal rischio di portafoglio mondiale, uno senza diamanti e uno con i diamanti. Hanno trovato che l'incorporazione di diamanti all'interno del portafoglio di investimenti potrebbe effettivamente migliorare le prestazioni del portafoglio. Delle dieci tipologie di diamanti prese in esame, le migliori prestazioni di riduzione del rischio sono date dai diamanti da 1,0 carati.
Un’altra ricerca della Singapore Diamond Investment Exchange (SDIX) a cura di Giacomo Nannicini e Joseph Tan ha utilizzato dati settimanali e giornalieri forniti da quindici degli attori più significativi per le vendite annuali nel commercio globale del diamante e si estende per il periodo da gennaio 2012 ad agosto 2015.
Il set di dati si è concentrato solo sui diamanti di Investment grade, cioè di qualità eccellente, in 3 gruppi di carature (0,3, 0,5 e 1,0 carati), simile ai gruppi di dimensioni utilizzati da Auer e Schuhmacher. In ogni gruppo di dimensioni, i diamanti sono stati ulteriormente classificati per colore e purezza. Solo i diamanti incolori o quasi incolori sono stati utilizzati per costruire questi indici di prezzo, quindi E, F e G color. Per quanto riguarda la purezza, sono stati utilizzati solo i gradi "Very Very Slightly Included" (VVS1, VVS2) e "Very Slightly Included" (VS1) per gli indici dei prezzi. La figura 1 qui di seguito illustra un indice ponderato e calcolato sul rapporto peso/volume, che è stato poi utilizzato per eseguire analisi di correlazione con altre classi di attività (oro) e per costruire i limiti efficienti (le frontiere efficienti, come si dice) che vengono applicati ai portafogli ottimizzati.
Lo studio di Bain & Co8 afferma che la richiesta di diamanti è ai suoi massimi storici, anche grazie alla Cina, e che è previsto un incremento dei prezzi almeno fino al 2024.


Il costo dei servizi connessi al diamante: come e perché sono importanti al fine del calcolo dei prezzi

Il costo di trasporto è il costo associato alla conservazione di una merce fisica o alla detenzione di uno strumento finanziario per un determinato periodo di tempo. Le spese di carico includono imposte, dazi se presenti, assicurazioni, costi di magazzinaggio, interessi sui fondi presi in prestito e altri costi correlati alla distribuzione del bene. Poiché questi costi possono erodere il rendimento complessivo di un investimento, dovrebbero essere considerati adeguatamente in considerazione dell'idoneità dell'investimento e anche valutando le alternative.
Il costo del trasporto per i diamanti è una frazione di quello per le merci tradizionali come petrolio e metalli a causa della loro dimensione e dei processi di manipolazione, anche se questo risparmio nelle spese viene poi mitigato dall’aggiunta dei costi per la sicurezza. Sono immagazzinati all'interno di impianti di portavalori assicurati in tutto il mondo, soprattutto nelle zone di libero scambio, per mezzo di logistiche di fascia alta. I costi di stoccaggio e la gestione sono comunque una frazione del costo (come percentuale di valore) di altre merci. Non ci sono costi logistici in eccesso in quanto sono facilmente immagazzinati e trasportati, a differenza di altre merci ingombranti come petrolio, metalli o granuli, sempre escludendo i costi dei fondi.
Ad esempio, il costo di trasporto per i diamanti è inferiore alle spese di stoccaggio del rame sul LME sulla base dei costi seguenti e esclusi i fondi, perchè a) LME FOT Rates = $ 40 / mt (costo per il magazzino da caricare / scaricare); b) prezzi LME Rent = $ 0.45 / mt al giorno = $ 13.5 / mt al mese. c) $ 53.5 è un costo di un mese / $ 4.400 (prezzo corrente del rame) = 1.2%
Ma anche tra i beni considerati simili come i metalli preziosi, lo stoccaggio di oro fisico in uno scambio come Comex, il costo del trasporto è ancora quasi quattro volte più costoso rispetto ai diamanti, sempre sulla base dei seguenti costi esclusi quelli dei fondi, perché a) CMX spese mensili di stoccaggio per kg = 6,50 dollari; b) CMX consegna tasse per kg = $ 12.50, c) $ 19 è un costo di un mese / $ 34,496.95 (prezzo attuale $ 1073 / oz X 32.15oz) = .055% / mese

Una forte correlazione negativa si è vista nei diamanti di alta qualità e nei mercati azionari internazionali e cioè, in termini grossolani, diamanti su e borse giù. Di conseguenza, uno dei vantaggi fondamentali di mantenere i diamanti di prima qualità è che essi continuano ad avere un forte valore di riserva, fornendo la stabilità dei prezzi e l'incremento del valore intrinseco durante i periodi di turbolenze del mercato.
I diamanti presentano le caratteristiche di aumentare il valore di un asset e di corrispondere ad alcuni vantaggi nella diversificazione. 
L'industria degli investimenti in diamanti tagliati e certificati continua ad evolvere con una maggiore trasparenza, in mezzo all'accumulo costante delle ricchezze nei mercati emergenti. Essendo una merce preziosa, i diamanti possono agire come un deposito di valore, nonché una protezione contro l'inflazione. Il valore dei diamanti come una merce rara renderà solo più attraente come investimento e una valida aggiunta a qualsiasi portafoglio.

Note:
1 - Profit or Pleasure? Exploring the motivations behind treasure trends, Barclays Bank, 2012
2 - Tuttavia, seguendo un criterio di analogia, possiamo dire alcune cose.
·        L’investimento in diamanti prevede la disposizione e il rimborso del capitale in unica soluzione alla scadenza (epoca t), e gli incrementi, se di segno positivo, sono pagati integralmente alla scadenza perché si tratta di una capitalizzazione integrale.
·        Il valore nominale del diamante da investimento lo chiameremo D. È su questo importo, che verrà restituito al sottoscrittore, che si calcola l’incremento.
·        Per convenzione le quotazioni di mercato si enunciano per ogni 100 Euro di valore nominale; il tasso di incremento nominale è i e determina l’importo degli incrementi annui come percentuale del valore nominale. Nel caso particolare che si tratti di sottoscrizione (cioè in t = 0) la quotazione si considera al netto di oneri di gestione che non essendo previsti sono la ragione per la quale il diamante da investimento è un’operazione senza costi.
In generale quindi, il calcolo della redditività con valutazione ex post, cioè alla fine, di un investimento effettuato all’epoca t che scade all’epoca s, utilizzando il tasso di rendimento realizzato r (o holding period yield) sarà:
r =  Ps – Pt/Pt, t < s ≤ t
dove Pt e Ps sono rispettivamente il prezzo pagato all’epoca t per l’investimento e quello ottenuto per disinvestimento alla successiva epoca s. Per una valutazione ex ante, cioè prima di fare l’investimento, ad esempio per poter scegliere tra più opzioni, è necessario un indicatore di redditività prospettica che permetta di sintetizzare ad un certo istante, generalmente l’epoca di acquisto, le prestazioni finanziarie successive. Si ricorre in questo caso al già noto tasso di rendimento interno, in quanto l’investimento in diamanti risulta un investimento in senso stretto (perché si ha un solo costo iniziale). Il tasso di rendimento interno o yield to maturity è quel tasso y che realizza l’uguaglianza tra il prezzo di acquisto all’epoca t, che indicheremo come Pt, e la somma dei valori attuali di tutte le ipotetiche prestazioni future:
Pt = ∑h Ch/(1+y)(th – t)
dove t è l’istante di valutazione, con 0 ≤ t ≤ T, th è l’istante di pagamento in caso di ricollocamento, con h = 1, 2, …, H,  con tH = T maturità o scadenza contrattuale e Ch è il flusso di cassa all’istante th, comprensivo dell’eventuale rimborso del capitale. 
Questa logica è applicabile al Diamante da Investimento inteso come operazione economico-finanziaria in senso ampio.

3 – Bloomberg, Diamonds Aren’t Forever for Botswana as Mining Boom Fades Away, commissionato da SDIX e un altro commissionato da Citibank intitolato Monday Mining Minutes: Gold, Diamonds and Art, 16 November 2015, pp. 5-14.

4 - Bloomberg, Citibank, 2015. Heyman, J. E., Orhun Y. and Ariely, D., 2004. Auction fever: The effect of opponents and quasi-endowment on product valuations. Journal of Interactive Marketing Vol 18 / No. 4 / Autunno 2004.

5 - Diamonds vs. Precious Metals: What shines brightest in your investment portfolio. UQ Business School, University of Queensland, Brisbane, 4072, Australia.

6 - Renneboog, L., Spaenjers, C., Hard assets: The returns on rare diamonds and gems. Finance Research Letters 9 (4), pp. 220–230.

7 – Auer, B., Schuhmacher, F., Could diamonds become an investor’s best friend?, Review of Managerial Science, July 2014, Volume 8, Issue 3, pp. 351-383.

8 – Bain & Co, The Global Diamond Industry 2016: The Enduring Allure of Timeless Gems, December 05, 2016, Olya Linde, Aleksey Martynov, Ari Epstein and Stephane Fischler. Dicono in sostanza che “The long-term outlook for the diamond market remains positive. For the next three years, the supply of rough diamonds is expected to maintain a tight balance with demand. We expect demand for rough diamonds to recover from the recent downturn and return to a long-term growth trajectory of about 2% to 5% per year on average, relying on strong fundamentals in the US and the continued growth of the middle class in China and India.”

La logica finanziaria dell'investimento in diamanti


Il Diamante si quota su listini ufficiali pubblicati i quali, pur venendo emessi da aziende distributrici private (ma è lo stesso anche per quelli all’ingrosso: Rapaport ad esempio è a capo di una multinazionale del diamante) di fatto esprimono un prezzo che sconta – cioè comprende in sé – tutti i costi e gli oneri relativi all’immissione sul mercato del bene.
Per il Diamante, inoltre, non c’è un modello finanziario; applicare quindi un ragionamento di tipo finanziario al diamante così come lo conosciamo in Italia è improprio perché non sono ad esso applicabili concetti finanziari come rendimento, cedola, interesse e tutte quelle cose che appartengono per legge ai prodotti finanziari, cosa che il Diamante non è. E’ inoltre dimostrato dalle serie storiche che un diamante conservato per il lungo periodo esprime un incremento ben superiore a quelli espressi da qualsiasi altra classe di investimento e le sue performances sono giustificate anche perché viene scambiato in dollari americani, motivo per cui c’è una correlazione inversa tra dollaro e materie prime, nel senso che quando il primo è forte, la materia prima scende di prezzo e viceversa, per cui chi investe con conoscenza perde raramente il valore del suo denaro. I diamanti conservati per periodi inferiori a 5 anni esprimono incrementi inferiori ma comunque molto al di sopra di prodotti di simile durata.

Per fare degli esempi basati sulle analisi dei prezzi Rapaport dal 1992 al 2017 del Centro Studi IDD e scontando il cambio euro/dollaro nello stesso periodo:
·       i Diamanti da ct 0,50, considerati sulle principali classi di purezza e colore hanno avuto un rendimento nel periodo del 37,38% che significa un 6,23% all’anno
·       i Diamanti da ct 1,00 considerati sulle principali classi di purezza e colore hanno avuto un rendimento nel periodo del 38,93% che significa un 6,48% all’anno
·       i Diamanti da ct 3,00, considerati sulle principali classi di purezza e colore hanno avuto un rendimento nel periodo del 76,38% che significa un 12,73% all’anno.
Se invece prendiamo un periodo più breve, cioè gli anni compresi tra il 2011 al 2015, periodo in cui la crisi economica in Occidente ha vissuto la sua fase più acuta, vediamo che:
·       i diamanti da ct 0,50, di purezza IF e colori da D a H hanno avuto un rendimento nel periodo del 13,74% che dà una media dell’2,74% all’anno;
·       i diamanti da ct 0,50, di purezza VVS1 a SI1 e colori D hanno avuto un rendimento nel periodo del 21,11% che dà una media dell’4,22% all’anno
·       i diamanti da ct 1,00, di purezza IF e colori da D a H hanno avuto un rendimento nel periodo del 9,17% che dà una media dell’1,83% all’anno
·       i diamanti da ct 1,00, di purezza VVS1 a SI1 e colore D hanno avuto un rendimento nel periodo del 19,26% che dà una media dell’3,85% all’anno.
L’esame del grafico qui sotto, redatto sulla base dei dati forniti da Rapaport e quindi pubblici, conferma la stabilità delle quotazioni e evidenzia il positivo andamento storico del Diamante da Investimento (Ct 0,50 in comparazione con quello di altre classi di investimento e l’inazione). Il periodo è compreso tra il 2003 e il 2016.



Il diamante cosiddetto "da investimento": un bene rifugio?


Con comunicazione DTC/13038246 del 06/05/2013 della Consob, la Commissione nazionale per le Società e la Borsa, si rende noto che l’investimento in Diamanti non è né può essere considerato in Italia un prodotto finanziario. Una conseguenza di ciò è che per legge non può esservi applicata la capital gain tax, cioè la tassazione sul risparmio gestito. Un’altra è che, non essendo un prodotto finanziario, non prevede un rendimento specifico ma un generico incremento dato dal mercato, per cui una Relazione quantitativa deve essere generica ed informativa.

Il Diamante cosiddetto “da Investimento” è una categoria a sé di diamanti che in Italia costituisce un vero e proprio comparto nanziario all’interno dei comparti decorrelati dei mercati liquidi; è un’operazione in grado di proteggere il patrimonio se inserita in una strategia di portafoglio che gli destina una quota ragionata della propria liquidità, questo a patto di assumere le giuste informazioni e di saper distinguere.

I Diamanti che vengono venduti in gioielleria o in quelle banche che li propongono senza prevedere il ricollocamento, non sono un investimento, ma un semplice acquisto e, senza tema di smentita, i rari casi di riacquisto di diamanti, in precedenza acquistati, da parte di una gioielleria, avvengono in genere con una riduzione che fissa tra il 50 e il 65% la svalutazione dispetto al prezzo di acquisto iniziale, avendo come base di prezzo il listino Rapaport, quindi segnando una grave perdita secca.Possiamo dire subito che è assolutamente fisiologico rilevare talvolta delle flessioni negli incrementi in quanto si tratta delle ben note “fasi di accumulo” che poi preludono a nuovi incrementi positivi anche sulla base delle previste diminuzioni delle scorte mondiali di grezzo estratto e del progressivo ma inarrestabile esaurimento delle miniere che avrà una flessione decisiva nel 2024 (Bain & Co, The Global Diamond Industry 2016: The Enduring Allure of Timeless Gems, December 05, 2016; autori: Olya Linde, Aleksey Martynov, Ari Epstein and Stephane Fischler), dando un’impennata ai prezzi dei diamanti esistenti. La storia degli andamenti del mercato diamantifero non ha mai mostrato andamenti differenti da quelli illustrati e chi ha un diamante di solito, in quanto bene reale e rifugio, fa bene a tenerselo.
Il diamante come bene rifugio è un’operazione economica di acquisto finalizzata a ricavarne il prezzo dal mercato dopo un lungo periodo di tempo; è finalizzata inoltre a godere di un bene che in prospettiva protegge il valore del capitale. Consiste in questo: oggi acquisto da un grossista una o più pietre, a seconda della mia disponibilità liquida. Acquisto a un prezzo che rappresenta una vendita all’ingrosso, tesaurizzo la o le pietre per almeno vent’anni, poi le rivendo, sempre nel mercato all’ingrosso (non in gioielleria), e otterrò un vantaggio economico perché, come abbiamo visto, il diamante performa molto bene nel lungo e lunghissimo periodo.
Questa operazione economica sconta in sé oltre al costo del diamante anche quello dei servizi connessi alla distribuzione commerciale e agli obblighi fiscali; quindi il prezzo si riferisce ad uno specifico comparto finanziario e deve prevedere l’impegno contrattuale da parte di chi colloca il diamante da investimento al ricollocamento ovvero alla liquidazione del patrimonio investito a suo tempo.
Questo elemento contrattuale, unitamente al complesso di servizi connessi al diamante, sono differenze che ne giusticano il valore iniziale ma, soprattutto, inducono a tenere ben distinte tra loro queste due categorie, il che significa che se uno vuole un diamante va in gioielleria, se uno vuole investire in diamanti, deve riferirsi a Indici ufficiali pubblicati che comprendono in sé, appunto, tutti i servizi.


Descrizione dello stato attuale del mercato

I diamanti tagliati e certificati sono apprezzati da tutti come un modo per conservare il valore del proprio denaro.
Un sondaggio del 2012 di Barclays Bank ha rilevato che quasi un terzo dei proprietari di pietre preziose le possiede per garantirsi una sicurezza nel caso in cui gli altri investimenti del portafoglio non andassero bene come previsto.
E’ ragionevole e intuitivo che i diamanti abbiano un valore intrinseco simile a quello dei metalli preziosi. Gli investitori stanno acquistando un qualcosa che sia "solido e tangibile". Questo è un fattore di differenziazione fondamentale tra le attività reali e le attività finanziarie come le azioni e tutti i contratti cartacei che sono solo rappresentativi di un bene.

Analisi delle tipologie di Diamanti che hanno maggiore rivalutazione
In base all’Indagine sul Risparmio e sulle scelte finanziarie degli italiani 2017 -Centro Studi Einaudi- la sicurezza del capitale è la priorità negli investimenti, ed è una cosa al primo posto per il 61,9% degli intervistati. Peccato che sempre nella stessa indagine “oltre la metà dei risparmiatori (52,1%) dichiara di avere una diversificazione quasi inesistente, con oltre i due terzi dei propri risparmi impiegati nella stessa forma di investimento”.
Il Diamante come bene rifugio, pur non essendo un prodotto nanziario (come dice la Consob, DTC/13038246 del 6-5-2013), e non potendo essere comparato all’oro a causa delle numerosissime variabili che al contrario dell’oro entrano in gioco, ha espresso negli ultimi 13 anni:

·       un incremento del 57.25% su Diamanti da 0.50 ct,
·       rispetto al 22.76% dell’inflazione,
·       al 19.69% del Diamante da gioielleria o a quello venduto in banca senza ricollocamento e
·       alle percentuali negative dell’immobiliare, che si attestano al -23.51% insieme
·       all’indice di Borsa italiana che è al -14.39% negativo.