martedì 13 dicembre 2016

Esistono ancora i beni rifugio?

Esistono ancora i beni rifugio?
Relativamente a cosa siano i beni rifugio non esiste una definizione chiara ed univoca. Qualunque cosa siano l'unico dato certo consiste nella loro caratteristica di conservare il loro valore intrinseco senza subire svalutazioni nel tempo.
Sotto certi punti di vista il periodo che stiamo vivendo è anche peggiore rispetto al culmine della crisi economica, che ormai appartiene ai ricordi del 2008.  Troppi i fattori di volatilità dei mercati che spingono alle speculazioni sui prodotti o sulle piazze più deboli, come i sistemi bancari intossicati oppure come il lentissimo rialzo dei tassi di interesse statunitensi – che saliranno sì ma “in modo graduale”, come ha detto la presidente della FED, Janet Yellen. Gli investitori, proprio come nelle fasi iniziali della crisi, vanno verso i cosiddetti beni rifugio. Si tratta di investimenti che non danno interessi immediati ma promettono di mantenere il loro valore ed eventualmente di generare guadagni sul medio-lungo periodo.  
Quali sono i pro e i contro? Come proteggere i risparmi di una vita in tempi di crisi? La scarsa fiducia nello Stato, la paura che la banca possa improvvisamente risultare nullatenente, la scarsa fiducia nei mercati e nella politica economica dei vari paesi fanno ripiegare sui beni rifugio. Ma la paura è sempre una cattiva consigliera, specie nelle scelte di investimento. Ecco come muoversi tra oro e diamanti, valute straniere, immobili e opere d’arte.
Oro Ormai le quotazioni dell’oro tendono a scendere quando i tassi risalgono e, navigando intorno ai 1.260 dollari l’oncia, individuano il metallo giallo come il miglior asset del 2016: dal primo gennaio ha guadagnato il 17%, anche se potrebbe non durare molto. Non solo: gli ETF, cioè i fondi di investimento a gestione passiva negoziati come azioni, sono tornati a crescere ma anche la domanda concreta di oro, per esempio dalle banche centrali, che se ne 2015 è nel complesso leggermente calata in realtà oggi è tornata a crescere.
Diamanti Se per molti analisti i beni rifugio non esistono più, le dinamiche sono confuse. Le quotazioni di diamanti è per esempio in costante rialzo da oltre vent’anni, in contrapposizione all’inflazione, con una stabilità credibile e unica nei mercati dei beni illiquidi. Sono una risorsa in via di esaurimento. In Italia i diamanti sono inoltre esenti da tassazione sul capital gain e costituiscono un utile strumento di gestione delle successioni; sono di fatto una valuta internazionale che concentra enorme valore in pochissimo spazio. Altre indagini raccontano, sulla base delle informazioni del Rapaport Diamond Index, uno dei listini di riferimento dei mercati all’ingrosso, di un crollo del 60% in termini reali negli ultimi trent’anni. Tuttavia bisogna stare molto attenti a fare calcoli del genere. Per esempio, se vi diciamo che un carato di massimo livello di colore e purezza costava nel 1978 6.100 dollari e oggi 22mila, è vero che considerando l’inflazione di questo periodo la perdita è stata di circa il 40%, ma poiché i diamanti sono quotati e scambiati in dollari, l’andamento dei cambi ha completamente sterilizzato queste supposte perdite, per cui la prima cosa è l’informazione corretta, che purtroppo non è per tutti. Il mercato dei diamanti è comunque ricchissimo ed estremamente complesso: i diamanti non sono ovviamente tutti uguali, il valore dipende dall’incrocio di colore, purezza e taglio. I migliori sono pochissimi, meno del 2% del tagliato complessivo mondiale e le quotazioni variano dunque in funzione di questi parametri e ovviamente di molti altri.
Immobili Oro e diamanti comunque non sono un’abitudine di risparmio per gli italiani, che sul mattone mettono da sempre il grosso dei loro portafogli. Il 2015 è stato l’anno della ripresa per gli immobili con un fatturato cresciuto del 3,7% circa e più o meno in tutta Italia. Parallelamente al mercato immobiliare c’è quello dei mutui che sono raddoppiati rispetto all’anno precedente: per l’Abi +97,1% per un importo erogato di 49,8 miliardi di euro. Nel 2013 erano stati 19, nel 2014 25,2.  
Opere d’arte Investire in arte diventa redditizio su tempi molto lunghi e su autori e opere specifiche. In generale, il mercato dell’arte mondiale vale circa 13,5 miliardi di dollari. Il problema è che i primi dieci artisti trattati ne generano un terzo. L’arte contemporanea, pur valendo solo il 13% del fatturato globale, è il segmento più vivace. Dal 2000 si è moltiplicato per 18 volte e l’indice dei prezzi delle opere degli artisti nati dal 1945 è passato in un decennio da 100 a 138 con punte superiori a 150. Il mercato italiano, secondo Artprice, vale meno di mezzo punto percentuale. Ma il mercato è vivace e, se l’acquisto è corretto, il valore rimane stabile, sottraendosi ai deliri finanziari. E anche i piccoli risparmiatori possono avvicinarsi a lavori certificati e quotati senza farsi spaventare. Il punto è, relativamente a tutti i beni rifugio, che bisogna essere finissimi conoscitori: scegliere l’opera e l’autore giusto può essere difficile quanto acquistare un diamante di qualità o capire come funziona il mercato dell’oro.

Valute Le valute sono ovviamente beni rifugio anomali per la loro estrema volubilità e per la forchetta molto ampia fra rischi e guadagni sul Forex, che è il mercato internazionale dei cambi. Solitamente le si indica come tali durante le crisi finanziarie sperando che le più forti riescano a conservare il loro potere d’acquisto durante le turbolenze.  

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