venerdì 6 novembre 2015

8.

8.

Raggiungere la chiesa di Santa Maria
A piedi sulle scale,
tante scale
sconnesse
nei brillari di pietra
bagnata
al sole invernale.
Gelidi fili d’erba
Nati quasi dal cemento
Si sfilacciano nell’aria debole.
Un dolce accompagnarsi
Dell’aria
A questi rumorini di suola ghiacciata
E umida
Più un piede che l’altro,
che uso
quando percorro le mie strade
separate
di vita nozionistica di legami.
Tanta indifferenza voluta
Dal passare degli anni
Persi
A trasformare
Esili strade di ghiaccio
In piccoli bacini
Che come quei gradini
Sono tesi
A contenere con tanto sentimento
Un vuoto senso di ordine
Mentre ci passi sopra
Scoppiettando con i piedi
Nell’illusione di non scivolare.
Spostandomi indago
E affronto
Di importanti classificazioni
La ridicola tela del delirio mio
Programmato a confondere
La pigrizia di vivere.
E indico i fili
Dell’apparenza
Come una struttura di sorrisi.
Magari fosse!
Solida e colma di umori
Sarebbe quella, almeno,
ad essere pensata.
Di inverno mi avvolgo
E mi accompagno
di brividi,
sensazioni di cose pensate
pensieri come reticolati.
La paura è tutta

In quello che abbiamo vissuto.

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