lunedì 9 marzo 2015

Il problema etico alla base dell'economia

Il problema di base dell'etica dell'economia sono le asimmetrie informative. 
Sono una funzione fondamentale nella storia dell’umanità e coloro che pretendono di comprendere tutto in un paio di minuti, se da un lato conforta coloro che credono con questo di non perdere tempo, dall’altro può portare alla catastrofe perché esiste il rischio di non capire nulla o, peggio, di farsi l’idea sbagliata che è un problema in quanto dalle idee poi vengono prodotti i giudizi.
L’asimmetria informativa sta alla base del progresso dell’umanità. 
E’ una condizione in cui l’informazione  non viene condivisa integralmente o nello stesso tempo tra due o più parti di un processo. Se è così, una parte dei soggetti interessati ha maggiori informazioni rispetto al resto dei partecipanti e può ricavare un vantaggio da questo fatto. Tutti sanno che si tratta di un concetto utilizzato in maniera massiccia in economia e nei mercati finanziari e coloro che in vari modi hanno tentato di spiegarlo in teoria hanno preso il Nobel per l’Economia, come Akerlof e Stiglitz.
Per spiegare i differenti comportamenti dei soggetti si suppone la presenza di asimmetrie informative. Dai tempi di Adamo ed Eva se l’universo esiste da circa 13 miliardi di anni e la vita sulla terra da circa uno, questo non serve a nulla saperlo perché l’uomo in quanto tale allora non esisteva ancora. Basta infatti andare indietro di 20.000 anni e l’uomo certamente non parlava. Poi invece ha iniziato, e nessuno sa come, ma da quel momento, e forse anche da prima, egli sapeva che doveva sapere una cosa in più degli altri per sopravvivere e dopo, quando la pancia fu piena ogni giorno e quindi iniziarono le civiltà e le arti, seppe anche che poteva vivere bene solo sapendone una di più. Se io so come si utilizza il fuoco, che brucia ma se lo sai usare è una cosa buona e utile, ho maggiori possibilità di salvezza non solo dagli animali che vogliono fare di me il loro pranzo, ma anche dagli altri miei simili che non lo sanno ancora; e mi impongo come loro capo.
Arrivando all’oggi è evidente che, soprattutto nei mercati finanziari, sapere una cosa una frazione di secondo prima degli altri consente a chi la sa di fare operazioni che lo porteranno in vantaggio, ma tutto ciò deriva da lì, cioè da quando l’uomo era poco più di un primate uscito qualche milione di anni prima dalle acque urlando contro il cielo stellato che lui era l’uomo e che per questo la sapeva più lunga degli altri esseri viventi.
La presenza di asimmetrie informative spiega anche la nascita delle prime civiltà e della schiavitù; c’era chi diceva che le cose stavano in un certo modo e altri, meno informati, appunto, che gli davano ragione. E così via per tutti i processi sociali e anche per le arti. 
Scorribandando nella storia dell’umanità vedo che Michelangiolo riteneva di sapere più cose dei suoi contemporanei, Papa Giulio II compreso, e portava avanti le sue idee sulla base di informazioni che solo lui aveva; e così Johann Sebastian Bach, tanto per restare tra i giganti. Qualche fisico molti anni più tardi scoprì che forse la struttura dell’universo era fatta in un certo modo e vorrei possedere una penna più felice per descrivere ciò che deve aver provato quando si trovò alle tre del mattino in laboratorio a sapere una cosa che in quel momento nessun’altro sulla terra sapeva.
Anche la politica funziona così: io so che tu non sai, e quindi ti spiego io come si fa; stessa cosa per le missioni e le spedizioni militari di pace, adatte a portare informazioni mediate dalle non informazioni che generano le nostre asimmetrie che alla fine portano la gente a non capirci più niente e, nei casi tragici, a morire per questo.
I risparmiatori preferiscono ricorrere ai servizi di investimento offerti dalle banche pur sapendo che sono più costosi. Le banche possiedono infatti informazioni migliori su un maggior numero di possibili investimenti e la minore conoscenza da parte del risparmiatore lo indice quindi a ricorrere a un operatore specializzato nella raccolta e nell’elaborazione dell informazioni circa i possibili modi di investire il denaro, pensando in cuor suo in buona fede una cosa razionale, ben calcolata e calibrata come “…che dio ce la mandi buona!”

L’accesso differenziato alle informazioni è il problema etico dell’economia per eccellenza. 

Nessun commento:

Posta un commento