martedì 10 marzo 2015

Perché faccio lo scrittore?

Diventare scrittore è stata una mia necessità, un destino segnato. Piuttosto che lavorare, meglio diventare scrittore, ho sempre pensato. Nella mia vita credo di non aver mai avuto troppa simpatia per il lavoro. Infatti, ho sempre scelto vie magari più difficili da percorrere, ma ben lontane da quello che normalmente si definisce lavoro, cioè fatica fisica.
Ma, allora la fatica che ho fatto è stata tutta una cosa mentale? Ma no, vi assicuro, anche perché probabilmente ero troppo stupido a scuola per continuare a frequentarla o per essere anche solo notato da qualche insegnante.
A scuola, comunque, quello che mi interessava erano soprattutto le ricreazioni, all’asilo addirittura mi ricordo che i miei compagni non volevano sedersi accanto a me perché dicevano che li facevo chiacchierare. Poi, col passare degli anni, anche sul lavoro, anzi: su quel pochissimo lavoro in cui sono stato mio malgrado coinvolto, quello che mi piaceva erano le pause caffè, quindi anche lì un flop.
Mi piacciono le domande semplici e lascio quelle complicate alle donne, che sanno le risposte anche prima delle domande stesse.
Ma allora, lo scrittore che alberga in me come farà a spostare le conoscenze dell’umanità con quello che scrive nei suoi libri? A scoprirlo spero che sarete in pochi, anzi, in pochissimi, altrimenti  avrò ancora lavoro da fare, e non ne ho voglia.
Il motivo di base della mia perenne insoddisfazione nei confronti della vita e delle mie singole capacità di conoscenza consiste nella impossibilità, portata a coscienza, di avere una conoscenza di alcunché in questa vita.
Un pensiero, una sensazione, una certezza, chiamatela come volete, che non mi ha mai abbandonato sin da quando ho incominciato a essere adulto.
Allo scrittore piacerebbe poter cogliere qualcosa di veramente universale, e negli anni ho scorribandato in lungo e in largo nelle scienze e nelle culture, ottenendo solo altri dubbi che si sono affastellati su quelli con cui ero già nato.
Oggi so che quando morirò dirò a quelli che mi saranno vicini che non vedo l’ora di chiudere gli occhi perché finalmente saprò.

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